Certe cose, forse funzionano meglio se le si guarda dalla giusta prospettiva. Spiegare che cosa avviene durante un incontro di psicoterapia non è facile perché si corre il serio rischio di scadere in tecnicismi che non rendono davvero l’idea di quel che si prova. Cosa diversa è se a tentare il racconto dell’esperienza è il cliente (o paziente?); ne risulta un quadro più vivido, più verace, forse più vero di tutto quello che succede e di come ci si sente di fronte al terapeuta (quando le cose funzionano).
Così vi lascio a questo bel racconto, fatto da una mia paziente (o cliente?) la quale mi ha omaggiato della sua esperienza messa per iscritto e che, per ovvie ragioni, resterà anonima.
COSA SUCCEDE IN SEDUTA?
Proprio ieri ne parlavo con il mio Psicoterapeuta…e come per magia ieri sera fra le decine di persone che mi scrivono in privato ho avuto il piacere di poter scambiare due parole con una bellissima persona che mi ha chiesto ” cosa succede in seduta? cosa dici tu? inizia lui a parlare introducendo un argomento o te lo porti da casa?” …ok bella domanda cosa succede!!!
inizialmente vieni SPINTA ad andare in terapia, dico spinta perché a me é successo così, sono stata letteralmente prelevata da casa ed accompagnata in quello studio per mano… tremante con le lacrime agli occhi e la vergogna di dover parlare con uno sconosciuto e dirgli che stavo male che ero brutta, triste, cattiva, sola e che non trovavo una sola motivazione della mia presenza in quel luogo o in qualsiasi altro luogo dell’universo. Lui/Lei ti aprono la porta con molto distacco e professionalità ti danno un buon giorno o buona sera, una formale stretta di mano e invitano l’accompagnatore ad accomodarsi nella sala d’aspetto mentre tu pensi di entrare all’inferno. L’odore è sgradevole, la luce opaca , il suono che produce quello studio da fastidio… o meglio questo è quello che avvertivo io in quei momenti. Ti accomodi in una sedia in plexiglass trasparente fredda, sterile mentre Lui siede di fronte in una comoda poltrona accuratamente posizionata e corredata di poggiaschiena per il suo benessere e comodità… dentro di me pensavo e ripensavo alla scomodità di quella seduta trasparente e di quanto questa mi consigliasse di uscire da quello studio.
Ci si guarda negli occhi, per attimi che però prendono le sembianze di minuti interi, ci si studia e ….si parte!!
La domanda che mi fece convincere di essere nel posto giusto fu’ ” Come sta?”…Erano passati 13 anni e 5 professionisti molto più preparati (o meglio con più esperienza!!) di quel giovane Dottore prima di risentirmelo rivolgere. poi senza avere risposta da me perché mi sarebbe sembrata una presa in giro, si inizia a delineare la tua vita: famiglia lavoro relazioni sociali storia e vissuti infantili e abitudini di vita quotidiana. Inizialmente si va’ un po’ a tastoni, alla cieca…ma sempre mantenendo fisso lo sguardo l’uno verso l’altro. Certo non é naturale le prime volte, ma tutte le volte che rispondevo fissavo per qualche brevissimo istante i suoi occhi che erano rivolti verso il mio volto dimostrandomi vera attenzione e vero interesse a quello che dicevo .
Adesso durante la sedute succede DI TUTTO ! Dopo la terza seduta in cui ci sono voluti sforzi enormi per tirarmi fuori qualcosa …la terza seduta… arrivo con i miei compiti fatti …lasciava dei piccoli esercizi da fare a casa durante la settimana… e sapevo esattamente cosa dire, cosa volevo affrontare con lui. Sono arrivata in quello studio, guidando da sola, sono entrata, ho apprezzato i quadri con le riproduzioni di Klimt alle pareti, ho sentito un piacevole odore di pulito e fresco e mi sono lasciata coccolare seduta nel divano della sala d’attesa da una luce bellissima che entrava dalla vetrata d’ingresso. Una piacevole musica si sentiva ad un piacevole volume tanto che giravo la testa per cercarne la fonte.
ADESSO succede di tutto in quello studio. Si piange perché serve, si ride perché é fantastico RI-CONOSCERSI nuovamente e riscoprirsi capace di avere un sorriso bellissimo, si discute… troppo a volte …ci si confronta e addirittura si possono avere anche scambi di piccole confidenze di vita privata. Adesso riesco a parlare di tutto senza timore di essere giudicata o spinta a fare qualcosa. Lui non mi ha mai consigliato niente, mi ha fatto solo capire che ci sono altre opzioni, che le devo creare io e che ho la capacita’ di scegliere da sola fra tali opzioni. Ricordo ancora il modo di sedere in quella scomoda sedia e la sensazione di non essere a mio agio in quel posto. Ricordo la posizione dei miei piedi, sempre rivolti verso la porta e la giacca che tenevo sopra le mie gambe per dimezzare i tempi per congedarmi da quel luogo e da quella persona. Adesso sistemo il mio cappotto nella sedia accanto alla mia seduta, i soldi per il compenso non sono pronti ma li cerco nel portafogli, la mia sedia la sposto io nella posizione e nella direzione a me più comoda e piacevole …ammetto di aver visto dello sconcerto nel dottore quando ho preso questa iniziativa …ma quello e’ il MIO momento , la Mia ora e me la voglio assaporare e godere fino al compimento completo del giro della lancetta di quel bruttissimo orologio di plastica bianco, perché con lo psicoterapeuta si piange, ci si arrabbia, ci si confronta, ci si conforta e si RIDE, tanto, ma soprattutto si impara che VIVERE MI PIACE TANTISSIMO!!